Universe for Sale – Intervista a Tmesis Studio

Brian Freschi intervista lo studio torinese sul loro progetto, andando affondo nei significati di Universe for Sale

È sera e, in una stanza illuminata da poche luci, una bambina di nome Lila fa i capricci perché vuole che le venga letta una storia prima di addormentarsi. La madre è stanca ma paziente, intenerita dalla testardaggine della figlia. Apre un grande libro e inizia a raccontarle una favola che ha il sapore di antico, di ancestrale, di qualcosa che sta alla base di tutto e che ancora nessuno è riuscito pienamente a comprendere.

Noi ci accoccoliamo poco lontano, in attesa del sonno.

Il tempo muta e ci spostiamo altrove, forse a qualche galassia di distanza o forse a pochi metri da dove ci trovavamo prima e, in un attimo, siamo su un Giove dilaniato da una pioggia di idrogeno liquido, corrosivo e infiammabile.

È una ex colonia mineraria e ora centro nevralgico di un mercato più nero dell’abisso il luogo in cui si risveglia il Maestro, un Cultista senza nome che ha un appuntamento che non può mancare alla Hinon Tea House, locale specializzato in Chaal: quello con Lila, ora una giovane abitante della periferia dal carattere difficile che ha il formidabile dono di creare dal nulla piccoli universi, in vendita al miglior offerente.

Chi è questa ragazza dal talento quasi divino? E come mai la sua strada si è inesorabilmente incrociata con quella del Maestro?

UNIVERSI IN VENDITA

È con questa misteriosa premessa che veniamo accompagnati lungo tutto il prologo di Universe for Sale (o Səle), disponibile gratuitamente su Steam. Un prodotto squisitamente italiano sul quale conviene soffermarsi un po’, perché non solo rappresenta uno degli incipit nella ormai importante produzione indie nostrana che più hanno colpito l’autore da molto tempo a questa parte, ma anche perché è bene ricordare ai distratti o agli strafatti di Tripla A quante nuove voci originali si nascondono nei meandri della grande S e quanto sia cosa buona e giusta ascoltarle.

Il primo capitolo è puro story driven che si mastica in mezz’oretta (o di più se siete dei cazzeggioni come me) e che ci presenta un modo di giocare lento, quasi zen, in cui assaporare ogni singola parola e reazione dei tanti personaggi fa parte del gioco stesso, filtrato da una passione e un gusto visivo che si rifanno ad un certo fumetto europeo, approdando poi nei classici stilemi della fantascienza.

Un tipo di approccio (in un tempo e spazio in cui far mantenere alta la soglia dell’attenzione è uno sforzo enorme) che ci vende un modo di concepire il gaming che per certi versi sembra controtendenza e che, invece, trova proprio la sua forza in una materia eterna, capace da sempre con la forza di un buon plot di evitare l’estinzione a prescindere dalle mode del momento.

Attraverso una scelta varia nelle dinamiche di dialogo e un gameplay point and click a scorrimento laterale con una tridimensionalità data dalle animazioni che accompagnano determinate azioni, così come i cambi di location, il team torinese di Tmesis Studio, fondato nel 2021 da Federico “Builders Labs” Chiummento e Zeno Colangelo, si prefigge la missione di portarci dentro al suo universo senza troppi sconti o compromessi.

Guidato dalla mia curiosità di conoscere un po’ meglio il processo creativo che ha portato alla nascita di questo progetto, ho pensato di contattarli e darci appuntamento per un fumante Chaal insieme.